Intervista di Jacopo Rosatelli, Il Manifesto, 2 aprile, 2019.
Professore, il 26 maggio si vota nella Ue. Per cosa deve battersi la sinistra europea?
È difficile risponderle, perché non credo si possa sviluppare una strategia della sinistra nell’ambito della Ue. Il vero potere legislativo è diviso fra il Consiglio e la Corte di giustizia, quindi il voto per il parlamento di Strasburgo non avrà conseguenze politiche, anche se popolari e socialisti dovessero perdere la maggioranza.
Eppure lei è stato da poco a Madrid e ha incontrato il gruppo parlamentare di Podemos.
Sì, ma con loro non ho parlato delle elezioni europee. A mio avviso, la sinistra in Europa deve cercare di riconquistare spazi di azione democratica per i popoli. L’Ue è una comunità di governi ed élite nazionali che agiscono a livello continentale per poter realizzare politiche di austerità, sottraendosi alla responsabilità di fronte agli elettori. I popoli della periferia che si ribellano, come in Grecia, poi vengono puniti. Per interrompere questo ciclo serve una radicale democratizzazione di fronte a un’istituzione tecnocratica come l’Ue. (…)